OCEANO
(per Celeste, donna, folle, suicida, dimenticata)


uso abuso
usura
di neuroni tamponati
con chimiche attenzioni
colpi di vento
e volano via
a rincorrere foglie
d'oscena fragilità
abuso di collegamenti
terminazioni nervose
che s'inceppano
sinapsi troppo veloci
o troppo lenti
o semplicemente inesistenti
ed allora?
dondolìo autistico
sotto coperte gelate
ore minuti secondi
scanditi dalla dura madre
pensieri girotondo
fermati solo
dalle sbarre
della scatola cranica
che pare esplodere
in un caleidoscopio di panico
niente cinemascope
solo piccoli innafferrabili
buchi neri
in cui s'annaspa
nascondendo il viso
dentro mani graffiate
sinapsi scollegati
schizofrenia vagante
e gli altri?
universo mondo
d'ostracismo velato
o platealmente palese
corpi che si scostano
lentamente
con bocche ghignanti
di parole sul disagio
forse che una nuova lebbra
distacchi pelle e carne
dalle loro ossa?
solo pensieri ammalati
intrappolati nel dolore
da tempi lontanissimi
dolore impietoso
che inaridisce i giorni
rifugio ultimo
di menti sfuggite
dalle grinfie della normalità
ma si osserva
a volte
quando rughe sorridono
trasparenza di vene
acqua pioggia
rugiada neve
candore esterrefatto
che annusa il cielo con corpo animale di bambina intriso d'oceano.


                                                                                  Antonia Piredda 2007
                                                                                  Educatrice d’infanzia e Poeta